Progetto per un “Libro Reconsato a quattro mani” dedicato all’infanzia e all’adolescenza

reconsato1Il termine “reconsato” è un termine arcaico veneziano, ormai obsoleto. Esso è riferibile a un’antica tecnica in voga tra il ‘400 e il ‘500 nelle botteghe dei maestri italiani laddove, in una sorta di catena di montaggio, più persone lavoravano alla stessa opera ideata dal maestro, generalmente un quadro, che risultava appunto “reconsato a quattro mani”.

In parte Il nostro progetto vuole rifarsi a quell’antica tradizione, con lo scopo di recuperare quei valori passati che, mai come oggi, risultano indispensabili per la formazione delle future generazioni.

Lo spunto ci è stato dato dall’ottimo risultato ottenuto da una ricerca scolastica promossa  dal Premio Letterario  “Donne tra ricordi e futuro” – aperto alle Sezioni Narrativa, Poesia, Cucina in famiglia, Ambiente – nell’ambito della sezione Cucina in famiglia, per offrire una occasione in più ai ragazzi di diventare protagonisti di una piccola impresa.  Così abbiamo chiesto loro di farsi raccontare, a mo’ di favola, dalle mamme, dalle nonne e dalle zie e relativi loro uomini, le ricette tradizionali del luogo di origine e di illustrarle con disegni, così da tramandare, insieme al gusto dei buoni piatti e attraverso le sensazioni da loro suscitate, tutta la pazienza e l’amore che le  donne mettevano come ingredienti nella preparazione del pasto quotidiano per la loro famiglia.

Anche la tradizione popolare ha fatto capolino in questa ricerca, per cui molte storie riguardanti questo o quel piatto ci hanno fatto ritornare indietro nel tempo passato, cosi da comprendere meglio il nostro presente. L’intervento poi di un’artista che, amorevolmente e in punta dei piedi, si è inserita nei lavori grafici dei bambini, ha ulteriormente messo in luce il meglio della loro espressività. Il risultato di detta operazione è stato la realizzazione, appunto, di un libro “reconsato a quattro mani”, quelle dei bambini e quelle dell’artista, operazione questa che tanto assomiglia a quella tecnica  “reconsato” rinascimentale.

Per una volta, i bambini e i ragazzi sono stati  protagonisti, autori e destinatari della loro favola che, come tutte le favole, non riguarda solo i piccoli ma anche i grandi che, tirati dentro, sono diventati personaggi dell’immaginario in carne e ossa, sostituendo quelli immaginari di sempre.

In un’epoca così distratta e velocizzata come la nostra, abbiamo sentito il dovere di dedicare del tempo e la nostra attenzione all’infanzia e all’adolescenza, cioè a coloro che saranno i nostri discendenti: gli uomini e le donne di domani. Internet e tutte le forme di comunicazione moderne sono una grande conquista tecnologica che non va assolutamente demonizzata, anzi sostenuta, con l’obbligo da parte degli adulti di insegnare ai più piccoli a usare questi strumenti, fornendo loro le giuste chiavi di lettura, affinché tali mezzi  risultino loro di ausilio per imboccare la strada della conoscenza.

Purtroppo l’uso dei suddetti strumenti non sempre corrisponde alla reale esigenza di ognuno, sicché spesso accade che all’uso si sostituisca l’abuso e ciò comporta alienazione e allontanamento dalla vita reale, nonché abitudine a non più comunicare con le persone che abbiamo accanto. Il virtuale diventa così quotidianità e familiarità e i bambini, soprattutto loro, con genitori sempre più impegnati nel lavoro, finiscono per essere succubi di questo sistema, al punto di andare a letto con il computer, che racconta loro le favole come una volta le raccontava la nonna.

Abbiamo chiesto e chiediamo a tutti coloro che hanno a cuore come noi l‘avvenire  di queste generazioni, di farsi da tramite e di adoprarsi, affinché il tutto possa riumanizzarsi e far scoccare così la scintilla che riaccenderà, ove si è affievolita, la fiamma dell’amore e della intesa reciproca, costituendo così l’anello di congiunzione tra le vecchie e nuove generazioni.

Da questa operazione è nato un libro “La scuola in cucina”, edito dalla Casa Editrice Altrove, curato da Lorena Fiorini con la collaborazione artistica di Dalisca. Nasce dalla ricerca scolastica delle classi 5^ della scuola primaria di primo grado dell’Istituto Omnicomprensivo “Leonardo da Vinci” di Acquapendente (VT) e della classe 3^ della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto “A. Ruspantini”, Sede di Bolsena (VT).