PRATOVECCHIO

PratovecchioIl paese di Pratovecchio sorge lungo la riva sinistra dell’Arno a pochi chilometri dalla sua sorgente. L’origine del borgo e il suo successivo sviluppo, avvenne nell’Alto Medioevo dal 1134, con la fondazione del monastero femminile di San Giovanni Evangelista, voluto dai Conti Guidi, signori di Poppi, per collocarvi come Badessa Sofia, della loro stessa casata. Esso ricadeva sotto la giurisdizione di quello benedettino di Camaldoli. Nel 1440, in seguito alla vittoria dei Guelfi, tutta l’area del Casentino, compresi i borghi di Pratovecchio e Stia, passarono alla Repubblica di Firenze, seguendone le vicissitudini. Il centro storico è caratterizzato da stradine e da 2 piazze fiancheggiate da tipici porticati. Delle numerose torri esistenti lungo la cinta muraria restano solo due esemplari, una di esse è inglobata nelle costruzioni del centro e fa da collegamento tra la piazza vecchia e quella nuova. L’altra sporge da un giardino recintato da un muro e testimonia la posizione che aveva il muro di cinta del borgo, collegando idealmente le due torri. Di memoria storica sono anche le frazioni di questo comune: San Donato, Valiana, dove è custodita gelosamente una tavola del XIV sec., attribuita al Maestro della Madonna Strauss; Lonnano, Casalino, sulle colline verso Camaldoli; invece verso Firenze, Coffia, Villa, Gualdo, Castel Castagnaio di origini etrusche, con i ruderi del castello; Campolombardo, che deve il suo nome alla presenza dei Longobardi.

Pratovecchio 3A dominare il paese e tutta la valle, si erge il Castello di Romena, che in Toscana è tra quelli più ricchi di memorie storiche e letterarie, con le sue tre torri ancora svettanti in cima alle coste e con le sue cinte murarie. La sua felice posizione e i ricordi danteschi fanno sì che il Castello sia meta obbligata di chi viene in Casentino, perché da lassù si può ammirare il corso dell’Arno, il verde delle colture, dei boschi e dei monti circostanti. Qui Dante Alighieri ha collocato l’episodio del falsario mastro Adamo, che per conto dei Conti Guidi, accettò di coniare il fiorino con tre carati di mondiglia. La condanna al rogo dell’abile artigiano riflette i rigori della giustizia dell’epoca, meglio di tante testimonianze scritte.

San Pietro a Romena fu fondata, come si legge nel primo capitello a sinistra dell’entrata, in tempore famis, cioè in tempo di carestia, nell’anno 1152. La perfezione con cui è lavorata la pietra, soprattutto dell’abside, mostra la grande abilità dei Maestri Comacini.

Attualmente, insieme agli edifici circostanti, il luogo è risorto grazie alla presenza della Fraternità di Romena, fondata da Don Luigi Verdi, che propone corsi di spiritualità, che attirano persone di tutte le fedi e da tutta Italia.

Pratovecchio 2Del Castello di Pratovecchio, in particolare dei lati orientali e meridionali, rimangono due testimonianze: il Teatro degli Antei, luogo di aggregazione, di convegni, mostre, nonché di una nutrita stagione teatrale; la Sala del Podestà, antica sede dell’autorità del Podestà, delegata dalla Signoria dei Medici ad amministrare Stia e Pratovecchio. Qui abitò Dante Alighieri, accolto da Guido Selvatico di Dovadola e dalla moglie Manentessa, dopo la sua condanna all’esilio. Nell’Epistola IV indirizzata a Moroello Malaspina, il divino Poeta caratterizza la località da cui scrive come prossima alla corrente dell’Arno, in mezzo all’alpi. Non si potrebbe definire meglio la parte più antica di Pratovecchio, il borgo, vicino all’Arno ancora spumeggiante e chiaro, tra il Falterona, la Giogana, la Verna e il Pratomagno.

La chiesa parrocchiale del Santissimo Nome di Gesù in Pratovecchio venne costruita tra il 1592 e il 1661; nei secoli successivi, venne arricchita con decorazioni barocche, tra cui altari, statue e quadri. L’interno della chiesa è in un sobrio stile neorinascimentale, con navata unica coperta con soffitto a cassettoni, sorretto da travi poggianti su mensole. All’interno della chiesa vi sono alcune opere, provenienti dalla pieve di San Pietro a Romena: un trittico smembrato, di cui si conservano qui la parte centrale raffigurante la Madonna con il Bambino e i Santi Pietro e Paolo e il laterale con i Santi Giovanni Battista e Sant’Antonio Abate, di Giovanni del Biondo (1386); la Madonna in trono con il Bambino (fine XIII secolo), riferita al Maestro di Varlungo, artista prossimo a Cimabue; la Madonna del Rosario coi quindici misteri di Francesco Mati (1589).

La Madonna con Bambino in terracotta policroma (fine XV secolo) è venerata come Madonna della Neve. In una cappella laterale vi è un pregevole Crocifisso ligneo dipinto, con le braccia snodabili del XV secolo, di scuola fiorentina.

Pratovecchio 4La Badia di Santa Maria a Poppiena, all’ingresso del paese, di cui resta solo la chiesetta, è documentata dal 1099, ma fu soppressa nel XV sec. Nella parte inferiore della facciata il paramento murario romanico è a filaretto di pietra arenaria; al centro è il rosone del XIII sec. L’interno a navata unica con abside semicircolare ha il soffitto a capriate lignee. L’abside è introdotta da un ampio arco ed è illuminata da tre monofore chiuse da lastre di alabastro. La torre campanaria, dagli archi leggermente acuti, è di respiro già gotico. Vi si conservano la tavola quattrocentesca con l’Annunciazione di Giovanni dal Ponte, e un frammento di affresco trecentesco con la Madonna in trono con il Bambino tra i Santi Benedetto e Romualdo.

Numerosi sono i conventi femminili, che nei secoli hanno svolto e svolgono tuttora funzioni educative e di servizio alla comunità. Tra di loro sono importanti per il loro legame con la famiglia comitale dei Guidi e con l’ordine benedettino-camaldolese il Monastero di San Giovanni Evangelista, che venne fondato a Pratovecchio proprio da una donna: Sofia dei Conti Guidi nel 1134, attorno al quale si è poi sviluppato il borgo e il castello. Il monastero nei secoli ha svolto anche un’importante funzione sanitaria con la produzione di ricette ottenute dalle erbe officinali, distillate in un monumentale e multifunzionale alambicco. Questo monastero ha una chiesetta, che merita una visita, insieme al suddetto alambicco, perché custodisce importanti opere pittoriche e un organo storico.

Più recente il convento delle domenicane intitolato a Santa Maria della Neve, che risale al ’500. Altre comunità religiose sono presenti nel paese a svolgere funzioni educative e sociali.

Proprio accanto a questi luoghi sacri sorge il Palazzo Vigiani, al centro di Pratovecchio, oggi sede del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna.

Pratovecchio ha dato i natali ai pittori Paolo Uccello e Giovanni Del Biondo. Cristoforo Landino, insigne letterato, vi soggiornò e vi morì nel 1492; è famoso per aver fatto il commento della Divina Commedia, che presentò alla Signoria di Firenze nel 1481.