EMOZIONI DEGLI AUTORI

Emozioni

di Marina Biagiotti

Cara Lorena,

l’esperienza vissuta la mattina del 25 giugno a Pratovecchio è stata unica. Io insegno da diversi anni e con i miei alunni ho partecipato a vari concorsi, ma questa è stata la prima volta che mi sono sentita veramente avvolta da tanto entusiasmo e grande partecipazione. Malgrado le lezioni fossero terminate, molti studenti della Secondaria hanno presenziato volentieri alla Premiazione della Menzione Speciale per la sezione Cucina, dimostrando in modo inequivocabile il loro attaccamento alla scuola e al territorio. Siamo tutti rimasti gradevolmente stupiti dell’accoglienza calorosa ricevuta e ci siamo sentiti subito a nostro agio.

E’ stato emozionante ricevere tanta attenzione e il riconoscimento ottenuto ci ha dato una buona iniezione di autostima, importante per continuare a impegnarci a conoscere la storia delle nostre tradizioni locali. Le classi quarte della Primaria e la classe IA della Secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo di Poppi hanno lavorato seriamente alla ricerca e alla stesura delle ricette della tradizione casentinese, illustrandole attraverso disegni con cui hanno provato a rappresentare il piatto tipico raccontato, strappando alle famiglie la promessa di farselo cucinare.

Questo in sintesi il progetto: ascoltare e farsi raccontare le ricette di una volta, quelle vissute, quelle che riuscivano a unire la famiglia in un clima conviviale, lontane dai reality e dalla finzione scenica; le ricette sono diventate  storia di vita, storie vere, memoria collettiva, il tutto condito con il ritmo lento e calmo di altri tempi.

Gli alunni  hanno operato in piccoli gruppi, con la collaborazione dei genitori e dei nonni, la cui memoria storica  ha permesso di comprendere a pieno il significato autentico dei piatti; inoltre il racconto delle ricette, del procedimento e della loro storia ha consentito di ampliare il vocabolario lessicale degli studenti con parole e modi di dire ormai poco utilizzati.

Ciò che si è creato è stato una sorta di ponte generazionale tra bambini ed anziani, che ha rafforzato il senso di appartenenza al territorio, ma al contempo ha consentito di proiettarsi lontano dai propri confini per raggiungere le storie degli alunni stranieri, avvicinandosi ad abitudini e gusti diversi.

Ti ringrazio sentitamente per la coinvolgente esperienza che ci hai dato modo di vivere!

Marina Biagiotti

Insegnante I A Scuola secondaria di primo grado “Bottarelli Pecci” di Poppi

 

Emozioni

di Monica Stravino

Per me è stata una grande emozione partecipare alla Cerimonia di Premiazione della terza edizione del Premio “Donne tra Ricordi e futuro”, sabato 24 giugno presso il Monastero di Camaldoli. Sono state allestite due sale per accogliere una moltitudine di persone accorsa all’evento. Sono molto orgogliosa che l’opera Cuoricino nella Terra dei Fuochi, con cui ho partecipato nella sezione di narrativa ambientalista, abbia vinto il terzo premio!                                                                                  Questo Premio non è stato solo un appuntamento dedicato alla scrittura, ma anche un percorso all’insegna dell’amicizia sullo sfondo dell’incantevole paesaggio casentino, attraverso i sapori della valle e soprattutto i luoghi della fede, che si è concluso a Pratovecchio domenica 25 giugno,  presso il Monastero Camaldolese di San Giovanni Evangelista.

Ringrazio Lorena Fiorini, Gemma Menigatti Scarselli, Antonella Stefani, e tutta la giuria per il premio ricevuto, nonché  per la calorosa accoglienza, augurandomi che si diffondi sempre più la cultura alla tutela e alla salvaguardia dell’ambiente.

Monica Stravino

sTRAVINO

 

Emozioni

di Manuela Righi

Non avevo mai partecipato ad un concorso letterario, forse perché avevo timore di mettermi in competizione con gli altri e trovavo una scusa con me stessa dicendomi che la cosa non mi interessava. Poi, un giorno ahimé, mi ci sono trovata dentro e la cosa è cominciata a piacermi quando sono stata interpellata perché il mio racconto era piaciuto e da lì è cominciato tutto, un tutto a dir poco “incredibilmente vero”.

Ricordo, con gioia e batticuore, il fatidico giorno della premiazione. Non sapevo cosa aspettarmi o forse consciamente ed inconsciamente speravo  in qualcosa.

Quando hanno chiamato il mio nome e mi é stato assegnato il terzo premio del mio settore e davanti a tutti é stato letto un brano del mio scritto, mi sono sentita emozionata e ricompensata dopo tanti anni nei quali avevo scritto molti racconti. Mi sono detta: “ma allora devo avere più fiducia in me stessa e continuare a scrivere, chissà un giorno potrei……”.

Tutto questo si é svolto in un contesto singolare ed affascinante come lo é il Monastero di Camaldoli.

Giornate indimenticabili; grazie Lorena di avermi regalato un giorno di gloria!

Manuela Righi

III Premio Sezione “Cucina in famiglia” con il testo: “Crisi: vado a vivere in campagna”

 

Emozioni a due voci per una gita speciale a Camaldoli

di Moira Adiutori, Primo premio Sezione Cucina in famiglia e Alessandro Busonero, giornalista Ufficio stampa Marina Militare    IMG_3947 adiutori

 

  1. La Toscana mi aspetta. Stavolta non vado all’Argentario, terra nativa di mio marito, ma a Camaldoli, nel Casentino. Terra di grande valore storico, culturale e spirituale, nonché luogo di grande pace immerso nella natura delle sue foreste. Dante, il sommo poeta, ha cantato questi luoghi nella sua Commedia.
  2. Un fine settimana all’insegna della gioia condivisa con gli amici. Mi metto al “timone” dell’auto e l’equipaggio rosa è al completo. Ci godiamo il viaggio navigando vero nord, verso la mia amata Toscana. Sono curioso dell’esito del Premio Letterario a cui ha partecipato Moira. So che il suo operato vale perché scritto con il cuore, espressione di ciò che ha realizzato con tenacia e buoni principi. Non lo dico, ma faccio un tifo appassionato per la donna della mia vita. Saperla contenta è il mio traguardo quotidiano.

Alessandro, mio marito, è alla guida. Nei sedili retrostanti, le nostre figlie, Camilla e Linda, ascoltano la musica dai loro apparecchi elettronici. Dietro alla nostra auto, la famiglia Di Lauro con mamma Chiara, papà Giancarlo e i loro pargoli Teresa, Giovanni e Caterina. Dopo l’appuntamento all’ingresso del casello autostradale, in  autogrill ci salutiamo e Giancarlo è dispiaciuto per non aver preparato gli striscioni. Seppure non è scritto a caratteri cubitali, fanno il tifo per me. Sono stata convocata a ritirare il premio per aver concorso con la mia opera “Viaggio in cucina dalla collina al mare” al Premio Letterario Donne tra ricordi e futuro. Ho già provato quest’emozione perché due anni prima avevo aderito alla seconda edizione e guadagnai il terzo posto con il ricettario “Dolce e salato a modo mio”. Dopo quell’esperienza mi sono rimessa in gioco e dagli aneddoti legati ad ogni ricetta, ho ricostruito il mio percorso di vita. La cucina in famiglia poteva essere la chiave narrativa adatta a portare alla luce un cammino di cui non sempre avevo avuto chiare le dinamiche. Nel bel mezzo del mio cammino gastronomico, ho compiuto quarant’anni. Un’età che pone interrogativi. Ci si guarda indietro e si comprende che bisogna andare avanti. Grazie a Dio, credo che una volta poste le radici, bisogna valorizzarle e a quest’età tante cose si sono riaffacciate nella mia vita senza andarle a cercare. La scrittura, prima di tutto. Sono diventata collaboratrice giornalistica mentre studiavo per conseguire la Specializzazione in Beni Archivistici e Librari. Lo studio, un’altra componente del mio percorso personale. La specializzazione, un traguardo che non avevo preso in considerazione dopo la laurea perché desideravo lavorare ed essere autonoma. Poi ho pensato al matrimonio e, con questo, alla famiglia che è arrivata con ogni benedizione.

  1. Qui si respirano i versi di Dante e non posso esimermi dal citare quel tanto famoso “nel mezzo del cammin di nostra vita”. Nel mio caso non mi son trovato “in una selva oscura”, ma in un periodo particolare in cui sento che una stagione della vita lascia il passo alla successiva. L’età adulta, mi verrebbe da dire con le sue riflessioni, con quelle discussioni di principio che spesso mi trovo ad affrontare con Moira. Il fatto di vivere quest’esperienza con alcuni cari amici, mi rende felice e con gioia scopro come nel cammino della vita nostro Signore possa intercedere. Il libro scritto da Moira, lo considero un frutto di questa stagione di maturità e consapevolezza. La vedo profondamente ed emotivamente coinvolta con un effetto  più che benefico proprio su se stessa.

Alessandro, mio marito, è accanto a me e avviamo una delle solite discussioni che le nostre figlie cercano di evitare con l’ausilio della musica. I quarant’anni pongono di fronte a un bivio e nel decidere come proseguire il nostro viaggio insieme, spesso ci troviamo a discutere senza giungere a una conclusione. Ma stiamo andando a Camaldoli e su questo siamo d’accordo. Io sarò lì per essere premiata, Alessandro per premiare. Se ho conosciuto il Premio è grazie a lui, alla sua amicizia con la Presidente Lorena Fiorini. Essendo un ufficiale della Marina Militare, in quest’occasione premierà un concorrente, ex ufficiale di Marina anche lui, meritevole di menzione speciale per aver narrato le memorie del padrei sommergibilista durante l’ultima guerra mondiale.

  1. In questa esperienza, l’amica Lorena con il suo trascinante modo di fare mi coinvolge in una premiazione. Si tratta di un ex ufficiale di Marina giunto ad un’altra stagione della vita, quella della saggezza, quella in cui come da una cima di una montagna ci si volge indietro e si osserva tutto il cammino fatto per arrivare alla mèta. Mario D’Errico, menzione speciale per il suo racconto “Prigioniero di guerra”. Per me, Ufficiale di Marina in servizio, è un onore premiarlo seppur in “contumacia”. Mi sento testimone di diverse generazioni, legate da valori profondi.

La premiazione si svolgerà in due momenti: il sabato pomeriggio gli autori vincenti, la domenica mattina le menzioni speciali. Io sarò premiata il sabato pomeriggio, Alessandro premierà la domenica mattina.

L’arrivo a Camaldoli ci rigenera tutti col suo fresco. Mangiamo i nostri panini formato famiglia vicino al torrente e dopo pranzo ci prepariamo per la premiazione.

  1. Le foreste di Camaldoli rievocano il Monte Amiata, a me noto. Gli alberi ad alto fusto che tendono le proprio fronde verso l’alto, sembrano elevare verso il cielo tutti noi minuscoli uomini che stazioniamo in prossimità delle loro radici. La temperatura fresca è rigenerante, in un baleno ci fanno riflettere sulle corse quotidiane, sulle frenesie inutili che subiamo tutti i giorni. Vorrei, come in un incantesimo, non aver più a che fare con smart phone e tablet vari.

L’organizzazione del Premio ha previsto una visita guidata al Monastero, sito di grande spiritualità e di arte. Mentre attendiamo l’inizio della visita, la piccola Caterina cattura l’attenzione di un anziano signore che rievoca con simpatia la nascita del suo terzo fratello che avrebbe voluto buttare nel dirupo.

  1. La visita al monastero ci catapulta indietro nel tempo di mille anni e poi via via verso i nostri giorni. I quadri di Giorgio Vasari da Arezzo sono li immobili in attesa dell’ennesima contemplazione della loro bellezza. Ne rimango affascinato e vorrei emularlo. Si, forse in un’altra vita!

Dopo la visita guidata, ci rechiamo tutti nella Sala conferenze. C’è il pienone e qualcuno sosta nella sala adiacente seguendo il vocale. I nostri bambini sono curiosi, ma la premiazione si prospetta davvero lunga. Verranno premiate cinque sezioni e per ognuna verranno proclamati tre vincitori. La sezione che mi riguarda, Cucina in famiglia, sarà la quarta. Giancarlo porta i bambini fuori, Caterina rimane in braccio a Chiara. Di tanto in tanto Linda, Teresa e Giovanni si avvicinano e mi domandano: “Quando tocca a te?”. Camilla invece rimane al mio fianco insieme ad Alessandro e commentiamo insieme le prime vittorie. Camilla ha deciso di studiare al liceo classico ed ha capito che questo momento ha un valore speciale. Mi ha visto discutere a lungo con Alessandro sulla mia volontà di scrivere e di partecipare al Premio. Un anno prima, ne avevamo parlato anche con i nonni e gli zii… un affare di famiglia, il mio racconto! E mi ripeteva: “Secondo me, vinci tu!”. Seppure ero lì sapendo di aver guadagnato senz’altro il terzo posto, le rispondevo: “Se è così, cara Camilla, io ho già vinto”. Se tua figlia ti considera una vincente, lo sei già.

Quando scopriamo il vincitore della sezione narrativa, sorridiamo complici e contente: è il signore che aveva avvicinato Caterina. Si chiama Giorgio Ceccarelli ed ha raccontato “Quand’ero contadino”. I suoi aneddoti hanno catturato l’attenzione di una dodicenne che lo ha premiato come la giuria. “Mi ha proprio affascinato!” – afferma la mia ragazza.

Procediamo con la sezione “racconti brevi” e “poesia”, una carrellata di storie, persone, versi che tengono tutti incollati alle loro sedie. Il presentatore Marco Danè ci scherza sopra: “O vi hanno pagato per rimanere qui, o siamo bravi!”.

Giunge il momento della Cucina in famiglia. Viene proclamato il terzo classificato, Manuela Righi, con “Crisi. Vado a vivere in campagna”. Camilla si gira verso di me con gli occhi spalancati, Alessandro sorride, i miei piccoli e grandi amici esultano. Linda intanto si è avvicinata e mi abbraccia da dietro. Passiamo al secondo classificato, Giacinta Gasdia con “Il  passaggio della cucchiarella”. Che bella ragazza, solare e simpatica. La mia vittoria sembra scontata agli occhi di tutti, ma io tengo i piedi per terra. “Non dire asso se non l’hai nel sacco”, mi dico da sola sorridendo a tutti. Quando vengo nominata vincitrice, leggo l’ammirazione negli occhi di mio marito e delle mie figlie. Io… vengo attraversata da un brivido quando sento le parole del mio racconto lette in sala. È un’emozione speciale. Sono le mie parole, è la mia vita narrata in un opera che verrà pubblicata entro un mese. Ho dovuto farmi coraggio per donarla alla giuria. Benché fossi stata incoraggiata da amici e parenti a continuare a scrivere durante la stesura, questa giuria l’ha considerata degna di pubblicazione e, tra un mese, sarà accessibile a tutti coloro che desidereranno leggerla. Sono invitata a salire sul palco per ritirare il mio premio e a dire qualcosa. Che dire? Ho detto tutto nel mio libro, mi sono messa a nudo, che altro aggiungere?

Mi aggrappo alle parole del libro: “Dedico questo lavoro a Camilla e a Linda e a tutte le giovani generazioni perché la famiglia non è una realtà obsoleta, ma un progetto di Dio per l’uomo di ogni tempo.” E aggiungo: “Dedico questa vittoria a mio marito che è un militare ed ha più confidenza con le medaglie al merito”. Ho usato la chiave narrativa della cucina per parlare di famiglia, una realtà oggi in rinnovamento ma io stessa ho dovuto riscoprirla dalle mie origini ad oggi.

  1. Tutto fantastico. Il Luogo. L’atmosfera che si respira. La cordialità dei partecipanti. In cuor mio fremo. Addestrato anche alla pazienza, rimango al mio posto e con attenzione seguo la premiazione. Seguo anche con divertimento i comportamenti dei premiandi. Tra timidezza e sicurezza di sé, osservo come la natura umana affronta le situazioni. In questo caso un palcoscenico e qualche minuto di “riflettori”. Non vedo l’ora di sapere il piazzamento di Moira. Lei ha già vinto in cuor suo e in cuor nostro. E’ laboriosa, sicura di quanto ha potuto esprimere incoraggiata e supportata dal giudizio prezioso di care amiche prestatesi alla lettura del suo lavoro molto prima della giuria. Percepisco nel testo di Moira una forte voglia della sua famiglia d’origine, quasi una riscoperta. Eccoci, ci siamo. Superata la suspense di rito, the winner is… si, è Moira! Gioisco con tutto il mio cuore. Moira lo merita. Ed anche se la sola stesura del testo era già considerata una vittoria, il primo posto diventa la ciliegina sulla torta. Bravo Zulu – è il termite tecnico che si usa in Marina per dire Ben Fatto.

Dopo di me, vengono premiate le autrici della sezione Ambiente. Di loro, mi colpiscono le parole della vincitrice Martina Masiero: “Ogni traguardo è un punto di partenza”. Dopo pochi giorni, la seconda classificata Mariagrazia De Castro mi chiede un’intervista per il suo blog ed avvio i contatti con Falco Editore per la pubblicazione. Il mio “Viaggio in cucina” prosegue e prima di tornare ognuno al suo luogo di provenienza, con tutti i partecipanti ci ritroviamo a chiacchierare emozionati e con simpatia davanti a un’ottima panzanella toscana e altre specialità locali preparate da gente cordiale e volenterosa, che è lì per amicizia agli organizzatori del Premio e per amore ai luoghi in cui vivono. Sarà un caso, ma sono proprio i temi  del mio racconto.

Panzanella toscana

Ingredienti: pane raffermo, pomodori, cetrioli, cipolla, basilico, olio, sale, aceto.

Preparazione:  Inumidire il pane raffermo e sbriciolarlo. Condire con pomodori, cetrioli, cipolla, sale e olio. Riporre in frigo. Prima di servire, aggiungere basilico e aceto.

  1. A tavola terminano le mie riflessioni. Incredibile, ma un piatto di panzanella toscana ha avuto la capacità di riportarmi indietro nel tempo e nei ricordi. Mi sembra di stare ancora con loro, i miei nonni materni Vivaldo e Livia. La panzanella era uno dei loro piatti poveri, diremmo oggi, con un tono forse inappropriato. Quel piatto, per i miei nonni rappresentava un periodo di ristrettezze economiche e di una vita semplice trascorsa nei campi a lavorare con le piantagioni e con gli animali. Quel piatto non si preferiva ad una pietanza di carne o una pasta al sugo, quel piatto era espressione di necessità, ma anche simbolo di una vita semplice in cui la povertà non faceva paura. Espressione ultima di valori e tradizioni ben rappresentati dai tanti partecipanti del premio letterario di Lorena. Se fossi stato nella giuria avrei indistintamente premiato tutti i concorrenti per averci consegnato piccoli e grandi tasselli di Memoria conservati in ogni famiglia e che con il trascorrere del tempo rischiano d’esser dimenticati per sempre.

 

Esperienza ed emozioni

di Martina MasieroIMG_3960 martina masiero

Ho sempre usato la scrittura come strumento introspettivo, per scavarmi dentro, esplorando così gli ambiti più reconditi della mia anima e da tempo balenava il me il desiderio di scrivere un libro autobiografico ma non avevo la più pallida idea da dove iniziare!

La partecipazione al Premio Letterario “Donne tra ricordi e futuro” è nata così tanto per caso, in una giornata così tanto particolare che l’ho colta come un “segno”, da lì, la pianificazione non tanto del libro ma di un racconto autobiografico e non poteva che essere destinato alla “sezione ambiente”, perché è nella natura che mi sono sempre rispecchiata. Rimase in bilico fino all’ultimo quando poi alla fine decisi d’inviarlo, come segno di riconoscimento verso me stessa, a quella piccola Martina di un tempo che di strada un po’ ne aveva fatta!

Lo stupore di ritrovarmi tra i vincitori della mia sezione si è trasmutato piano piano in una gioia infinita nel pensare che la motivazione di fondo per la quale ho partecipato era stata riconosciuta anche dalla giuria. Venire premiata nello splendido scenario di Camaldoli, cuore del Casentino, dove ormai sento “casa”, circondata veramente da tanti amici che hanno atteso fino all’ultimo, è stato il compimento di un “attimo di vita” che ha segnato un traguardo e una nuova partenza personale, sicuramente molto importante per i miei prossimi passi futuri!

Ho vissuto la cerimonia tra un misto d’incredulità, stupore e gioia. Affascinata dalla preparazione e cura dello svolgersi del tutto: tra interventi significativi e profondi, le motivazioni e le brevi letture delle opere premiate, arricchiti ad un certo punto dal canto “Ave Maria di Schubert” e poi … quando alla fine toccava a me … nel sentire leggere frammenti del mio scritto l’emozione mi ha pervaso nel cuore e nella mente.

Grazie! Grazie! Grazie! A Lorena Fiorini e al suo staff per aver ideato, creduto e sempre più curato questo Premio Letterario, questa seria, valida opportunità, accessibile a tutti coloro che abbiano voglia di raccontare, raccontarsi ed esserci!

Martina Masiero

 

Emozioni

di Giacinta Gasdia    IMG_3943 giacinta gasdia

 

Carissima Lorena,

Eccoti quanto ha scritto il mio cuore dopo aver trascorso uno splendido fine settimana a Pratovecchio:

Nella vita la felicità può arrivare quando e da dove meno te l’aspetti…a me è  arrivata dai boschi secolari del Casentino…dove tra Pratovecchio e Camaldoli si é svolta la premiazione del Premio Letterario “Donne tra ricordi e futuro”. Il mio ricettario illustrato ” il passaggio della cucchiarella – da nonna a nipote” é arrivato in finale e si è  classificato al Secondo posto della Sezione Cucina in famiglia. Per me una gioia immensa perché mi ha dato la possibilità di rivivere nella mia mente e nel mio cuore i momenti più belli della mia infanzia e della mia adolescenza, quelli quando cucinavo con la mia nonna. Grazie alla Fidapa, ad Anna Maria Elvira Musacchio per avermi fatto conoscere questo premio ed a tutte le amiche fidapine per aver condiviso con me la gioia di essere arrivata in finale. Un sentito ringraziamento a Lorena Fiorini, presidente del premio, che mi ha incoraggiata, con un entusiasmo trascinante, a tirar fuori “dall’ ideale cassetto” dei miei desideri questo piccolo mio sogno e ad impegnarmi a dargli forma. Un sentito ringraziamento anche per aver fatto trascorrere a tutti noi del premio due giorni alla scoperta di luoghi “dello spirito” davvero meravigliosi che non conoscevo, all’insegna dell’amicizia, della cultura, dell’arte e della condivisione dei ricordi più belli, più intimi, più tristi o comunque significativi della nostra vita. Ringrazio tantissimo anche Fulvio Tri per aver impreziosito il mio ricettario con delle bellissime illustrazioni capaci di “trasportare idealmente” chi le osserva nella cucina della mia nonna, alla scoperta dei suoi pezzi forti culinari, e Sonia Miele che, con passione e professionalita’, ne ha curato la veste grafica realizzando esattamente quanto avevo in mente. Grazie grazie grazie anche a Letizia Bognanni che mi ha sostenuto con sincera amicizia in questa avventura! Grazie ai miei genitori, sostenitori di eccezione …difficilmente dimenticherò la gioia che ho letto nei loro occhi durante la premiazione. ll premio lo dedico alla mia nonna che, insegnandomi a cucinare, mi ha dato la possibilità di sentirla a vita a me vicina e mi ha fatto capire l’importanza di apprezzare, con lo stupore tipico dei bambini, il mondo delle piccole cose.
” Si cucina sempre pensando a qualcuno, altrimenti stai solo facendo da mangiare”.

 

Ci tengo anche ad aggiornarti in merito al ricettario.

 

Come ti dicevo mi sono messa in contatto con la casa editrice “la strada per Babilonia”. L’Hanno visionato sia la direttrice sia la responsabile del filone della cucina.

L’hanno trovato molto interessante anche se mi hanno suggerito di arricchirlo con dei racconti o degli aneddoti relativi ad ogni ricetta.

 

Tu cosa ne pensi?….In realtà qualcosa avevo già scritto, ma per mancanza di tempo non sono riuscita ad inviartelo per il premio.

Spero durante questo mese di riuscere a ritargliarmi ogni sera del tempo per me per mettermeli a scrivere o completare, arricchendo così il ricettario che esiste solo grazie a te e di questo te ne sarò sempre grata.

 

Un abbraccio fortissimo, ti auguro di trascorrere una splendida estate e di avere la possibilità di rivederti di persona quanto prima.

Giacinta

 

Emozioni

di Antonella Giordano

Fiorini-Danè-Giordano

Cara Lorena

Voglio anch’io esprimere, attraverso questa mia breve nota,  impressioni ed emozioni che ha prodotto in me la cerimonia di premiazione della terza edizione del Premio . Intenzionalmente ho voluto attendere che trascorressero i giorni: Avevo voglia di “leggerle” avvalendomi della complicità  dello scorrere del tempo per poter meglio comprendere l’essenza dell’evento e trasmettere i sentimenti che custodisco in cuore, scevri dal disincanto prodotto dalla estatica bellezza di Camaldoli, la splendida cornice della premiazione. Ci conoscemmo per caso e il caso volle che partecipassi alla passata edizione con un manoscritto che sarebbe rimasto dormiente per chissà quanto ancora, confinato negli anfratti del cassetto della mia affollatissima scrivania. Le motivazioni che hanno dato vita al tuo Premio mi provocarono un travolgimento assorbente, meravigliosamente coinvolgente. Partecipai con la gioia di chi indirizza un figlio a sottoscrivere un progetto di recupero della memoria storica per preservare la bella cultura  dalle contumelie della dilagante cultura del brutto. Vinsi il secondo premio e il romanzo ha conseguito un successo inaspettato. Il tuo Premio mi ha  contaminata al punto di indurmi ad aderire alla terza edizione,  più con il desiderio di candidarmi impudicamente da testimonial del concorso che con l’ambizione di vincere. Quest’anno il mio romanzo ha conquisto il terzo premio e non so ancora che cammino farà. Una sola cosa è certa mi dichiaro ormai un’amica del Premio. Ti rilascio questa mia deposizione, meditata dopo la cerimonia camaldolese in cui, quale amica fedele, mi sono lasciata attrarre dalla scaletta dell’evento, costruito con professionalità attraverso la mirabile conduzione di Marco Danè ed interventi coinvolgenti, culminati nella tua chiusa sul Premio, oggetto di meritata ovazione. Vorrei dilungarmi ma non voglio correre il rischio di essere considerata una sconfinatrice nel facile encomiasmo di genere. Mi limito, pertanto, a dirti che esserci per me è equivalso a vivere l’Altrove, il luogo della musica, della poesia, del racconto, dell’arte nel quale ciascuno anela annegare dolcemente il prosaico quotidiano.

Complimenti e grazie.

Baci

 

Antonella