SCRIVONO DI NOI

IL PREMIO LETTERARIO “DONNE TRA RICORDI E FUTURO” TORNA A CASA

di Luigi Saitta

giornalista RAI TG1

Dopo una serie di peregrinazioni che lo hanno portato all’isola del Giglio, ad  Acquapendente, a Bolsena, il premio letterario “Donne tra ricordi e futuro” indetto dal comune di Pratovecchio Stia e dall’Associazione culturale “Scrivi la tua storia” ed affermatosi grazie all’entusiasmo ed alla professionalità del suo presidente Lorena Fiorini, è tornato a casa, nel Casentinese, nei luoghi dove è stato ideato ed è cresciuto dal punto di vista culturale.

La  premiazione della terza edizione ha avuto luogo, sabato 24 giugno,  in una cornice particolare, quella del monastero di Camaldoli, dove sono stati consegnati i premi per i romanzi finalisti,  mentre il giorno successivo, domenica 25 giugno,  nel monastero San  Giovanni Evangelista delle Monache Benedettine Camaldolesi, a Pratovecchio Stia,  si è avuta la consegna delle menzioni speciali alle opere degli scrittori e delle scrittrici che hanno partecipato al premio.

Un week end letterario che è valso a far conoscere l’alta valle dell’Arno, con le sue pievi, i suoi castelli, i suoi eremi, i suoi monasteri, luoghi di un fascino antico e presente.

Sono noti gli intenti di questo premio letterario, destinato  ad opere inedite in lingua italiana scritte da donne ( e da questa terza edizione anche da uomini ) che vogliono raccontare le passate esperienze sul filo  della memoria, dei ricordi,  evidenziando valori, tradizioni, emozioni particolari.

Quest’anno, per la narrativa ( ma sono state molte le sezioni del premio stesso ) il primo premio è stato assegnato dalla Giuria a Giorgio Ceccarelli per il libro “Quand’ero contadino”, un’opera ricca di personaggi, di sensazioni,  di memorie, che descrive  con garbo e con uno stile accattivante usi e costumi di un tempo, con grande attenzione ai protagonisti della sua storia. Il secondo premio è andato a Fabrizio Catalano, per il suo romanzo “Le viole dagli occhi chiusi”, mentre il terzo riconoscimento è stato assegnato  ad Antonella Giordano, per il romanzo “Bagliori tra le nuvole”

A fare gli onori di casa Nicolò Caleri,  sindaco di Pratovecchio Stia, unitamente ad una serie  di esponenti politici e culturali del Casentinese. La cerimonia della consegna dei premi letterari si è avvalsa della conduzione  di Marco Danè ed è stata arricchita dalla voce della cantante lirica Letizia De Luca.

Grande interesse e partecipazione  per le visite guidate al Monastero di Camaldoli   e all’Alambicco  dell’antica  farmacia del Monastero stesso, un reperto antico  di notevole valore storico e culturale.

Viaggio in cucina – Emozioni a due voci per una gita speciale a Camaldoli

di Moira Adiutori, Primo premio Sezione Cucina in famiglia e Alessandro Busonero, giornalista Ufficio stampa Marina Militare

 

  1. La Toscana mi aspetta. Stavolta non vado all’Argentario, terra nativa di mio marito, ma a Camaldoli, nel Casentino. Terra di grande valore storico, culturale e spirituale, nonché luogo di grande pace immerso nella natura delle sue foreste. Dante, il sommo poeta, ha cantato questi luoghi nella sua Commedia.
  2. Un fine settimana all’insegna della gioia condivisa con gli amici. Mi metto al “timone” dell’auto e l’equipaggio rosa è al completo. Ci godiamo il viaggio navigando vero nord, verso la mia amata Toscana. Sono curioso dell’esito del Premio Letterario a cui ha partecipato Moira. So che il suo operato vale perché scritto con il cuore, espressione di ciò che ha realizzato con tenacia e buoni principi. Non lo dico, ma faccio un tifo appassionato per la donna della mia vita. Saperla contenta è il mio traguardo quotidiano.

 Alessandro, mio marito, è alla guida. Nei sedili retrostanti, le nostre figlie, Camilla e Linda, ascoltano la musica dai loro apparecchi elettronici. Dietro alla nostra auto, la famiglia Di Lauro con mamma Chiara, papà Giancarlo e i loro pargoli Teresa, Giovanni e Caterina. Dopo l’appuntamento all’ingresso del casello autostradale, in  autogrill ci salutiamo e Giancarlo è dispiaciuto per non aver preparato gli striscioni. Seppure non è scritto a caratteri cubitali, fanno il tifo per me. Sono stata convocata a ritirare il premio per aver concorso con la mia opera “Viaggio in cucina dalla collina al mare” al Premio Letterario Donne tra ricordi e futuro. Ho già provato quest’emozione perché due anni prima avevo aderito alla seconda edizione e guadagnai il terzo posto con il ricettario “Dolce e salato a modo mio”. Dopo quell’esperienza mi sono rimessa in gioco e dagli aneddoti legati ad ogni ricetta, ho ricostruito il mio percorso di vita. La cucina in famiglia poteva essere la chiave narrativa adatta a portare alla luce un cammino di cui non sempre avevo avuto chiare le dinamiche. Nel bel mezzo del mio cammino gastronomico, ho compiuto quarant’anni. Un’età che pone interrogativi. Ci si guarda indietro e si comprende che bisogna andare avanti. Grazie a Dio, credo che una volta poste le radici, bisogna valorizzarle e a quest’età tante cose si sono riaffacciate nella mia vita senza andarle a cercare. La scrittura, prima di tutto. Sono diventata collaboratrice giornalistica mentre studiavo per conseguire la Specializzazione in Beni Archivistici e Librari. Lo studio, un’altra componente del mio percorso personale. La specializzazione, un traguardo che non avevo preso in considerazione dopo la laurea perché desideravo lavorare ed essere autonoma. Poi ho pensato al matrimonio e, con questo, alla famiglia che è arrivata con ogni benedizione.

  1. Qui si respirano i versi di Dante e non posso esimermi dal citare quel tanto famoso “nel mezzo del cammin di nostra vita”. Nel mio caso non mi son trovato “in una selva oscura”, ma in un periodo particolare in cui sento che una stagione della vita lascia il passo alla successiva. L’età adulta, mi verrebbe da dire con le sue riflessioni, con quelle discussioni di principio che spesso mi trovo ad affrontare con Moira. Il fatto di vivere quest’esperienza con alcuni cari amici, mi rende felice e con gioia scopro come nel cammino della vita nostro Signore possa intercedere. Il libro scritto da Moira, lo considero un frutto di questa stagione di maturità e consapevolezza. La vedo profondamente ed emotivamente coinvolta con un effetto  più che benefico proprio su se stessa.

Alessandro, mio marito, è accanto a me e avviamo una delle solite discussioni che le nostre figlie cercano di evitare con l’ausilio della musica. I quarant’anni pongono di fronte a un bivio e nel decidere come proseguire il nostro viaggio insieme, spesso ci troviamo a discutere senza giungere a una conclusione. Ma stiamo andando a Camaldoli e su questo siamo d’accordo. Io sarò lì per essere premiata, Alessandro per premiare. Se ho conosciuto il Premio è grazie a lui, alla sua amicizia con la Presidente Lorena Fiorini. Essendo un ufficiale della Marina Militare, in quest’occasione premierà un concorrente, ex ufficiale di Marina anche lui, meritevole di menzione speciale per aver narrato le memorie del padrei sommergibilista durante l’ultima guerra mondiale.

  1. In questa esperienza, l’amica Lorena con il suo trascinante modo di fare mi coinvolge in una premiazione. Si tratta di un ex ufficiale di Marina giunto ad un’altra stagione della vita, quella della saggezza, quella in cui come da una cima di una montagna ci si volge indietro e si osserva tutto il cammino fatto per arrivare alla mèta. Mario D’Errico, menzione speciale per il suo racconto “Prigioniero di guerra”. Per me, Ufficiale di Marina in servizio, è un onore premiarlo seppur in “contumacia”. Mi sento testimone di diverse generazioni, legate da valori profondi.

La premiazione si svolgerà in due momenti: il sabato pomeriggio gli autori vincenti, la domenica mattina le menzioni speciali. Io sarò premiata il sabato pomeriggio, Alessandro premierà la domenica mattina.

L’arrivo a Camaldoli ci rigenera tutti col suo fresco. Mangiamo i nostri panini formato famiglia vicino al torrente e dopo pranzo ci prepariamo per la premiazione.

  1. Le foreste di Camaldoli rievocano il Monte Amiata, a me noto. Gli alberi ad alto fusto che tendono le proprio fronde verso l’alto, sembrano elevare verso il cielo tutti noi minuscoli uomini che stazioniamo in prossimità delle loro radici. La temperatura fresca è rigenerante, in un baleno ci fanno riflettere sulle corse quotidiane, sulle frenesie inutili che subiamo tutti i giorni. Vorrei, come in un incantesimo, non aver più a che fare con smart phone e tablet vari.

L’organizzazione del Premio ha previsto una visita guidata al Monastero, sito di grande spiritualità e di arte. Mentre attendiamo l’inizio della visita, la piccola Caterina cattura l’attenzione di un anziano signore che rievoca con simpatia la nascita del suo terzo fratello che avrebbe voluto buttare nel dirupo.

  1. La visita al monastero ci catapulta indietro nel tempo di mille anni e poi via via verso i nostri giorni. I quadri di Giorgio Vasari da Arezzo sono li immobili in attesa dell’ennesima contemplazione della loro bellezza. Ne rimango affascinato e vorrei emularlo. Si, forse in un’altra vita!

 Dopo la visita guidata, ci rechiamo tutti nella Sala conferenze. C’è il pienone e qualcuno sosta nella sala adiacente seguendo il vocale. I nostri bambini sono curiosi, ma la premiazione si prospetta davvero lunga. Verranno premiate cinque sezioni e per ognuna verranno proclamati tre vincitori. La sezione che mi riguarda, Cucina in famiglia, sarà la quarta. Giancarlo porta i bambini fuori, Caterina rimane in braccio a Chiara. Di tanto in tanto Linda, Teresa e Giovanni si avvicinano e mi domandano: “Quando tocca a te?”. Camilla invece rimane al mio fianco insieme ad Alessandro e commentiamo insieme le prime vittorie. Camilla ha deciso di studiare al liceo classico ed ha capito che questo momento ha un valore speciale. Mi ha visto discutere a lungo con Alessandro sulla mia volontà di scrivere e di partecipare al Premio. Un anno prima, ne avevamo parlato anche con i nonni e gli zii… un affare di famiglia, il mio racconto! E mi ripeteva: “Secondo me, vinci tu!”. Seppure ero lì sapendo di aver guadagnato senz’altro il terzo posto, le rispondevo: “Se è così, cara Camilla, io ho già vinto”. Se tua figlia ti considera una vincente, lo sei già.

Quando scopriamo il vincitore della sezione narrativa, sorridiamo complici e contente: è il signore che aveva avvicinato Caterina. Si chiama Giorgio Ceccarelli ed ha raccontato “Quand’ero contadino”. I suoi aneddoti hanno catturato l’attenzione di una dodicenne che lo ha premiato come la giuria. “Mi ha proprio affascinato!” – afferma la mia ragazza.

Procediamo con la sezione “racconti brevi” e “poesia”, una carrellata di storie, persone, versi che tengono tutti incollati alle loro sedie. Il presentatore Marco Danè ci scherza sopra: “O vi hanno pagato per rimanere qui, o siamo bravi!”.

Giunge il momento della Cucina in famiglia. Viene proclamato il terzo classificato, Manuela Righi, con “Crisi. Vado a vivere in campagna”. Camilla si gira verso di me con gli occhi spalancati, Alessandro sorride, i miei piccoli e grandi amici esultano. Linda intanto si è avvicinata e mi abbraccia da dietro. Passiamo al secondo classificato, Giacinta Gasdia con “Il  passaggio della cucchiarella”. Che bella ragazza, solare e simpatica. La mia vittoria sembra scontata agli occhi di tutti, ma io tengo i piedi per terra. “Non dire asso se non l’hai nel sacco”, mi dico da sola sorridendo a tutti. Quando vengo nominata vincitrice, leggo l’ammirazione negli occhi di mio marito e delle mie figlie. Io… vengo attraversata da un brivido quando sento le parole del mio racconto lette in sala. È un’emozione speciale. Sono le mie parole, è la mia vita narrata in un opera che verrà pubblicata entro un mese. Ho dovuto farmi coraggio per donarla alla giuria. Benché fossi stata incoraggiata da amici e parenti a continuare a scrivere durante la stesura, questa giuria l’ha considerata degna di pubblicazione e, tra un mese, sarà accessibile a tutti coloro che desidereranno leggerla. Sono invitata a salire sul palco per ritirare il mio premio e a dire qualcosa. Che dire? Ho detto tutto nel mio libro, mi sono messa a nudo, che altro aggiungere?

Mi aggrappo alle parole del libro: “Dedico questo lavoro a Camilla e a Linda e a tutte le giovani generazioni perché la famiglia non è una realtà obsoleta, ma un progetto di Dio per l’uomo di ogni tempo.” E aggiungo: “Dedico questa vittoria a mio marito che è un militare ed ha più confidenza con le medaglie al merito”. Ho usato la chiave narrativa della cucina per parlare di famiglia, una realtà oggi in rinnovamento ma io stessa ho dovuto riscoprirla dalle mie origini ad oggi.

  1. Tutto fantastico. Il Luogo. L’atmosfera che si respira. La cordialità dei partecipanti. In cuor mio fremo. Addestrato anche alla pazienza, rimango al mio posto e con attenzione seguo la premiazione. Seguo anche con divertimento i comportamenti dei premiandi. Tra timidezza e sicurezza di sé, osservo come la natura umana affronta le situazioni. In questo caso un palcoscenico e qualche minuto di “riflettori”. Non vedo l’ora di sapere il piazzamento di Moira. Lei ha già vinto in cuor suo e in cuor nostro. E’ laboriosa, sicura di quanto ha potuto esprimere incoraggiata e supportata dal giudizio prezioso di care amiche prestatesi alla lettura del suo lavoro molto prima della giuria. Percepisco nel testo di Moira una forte voglia della sua famiglia d’origine, quasi una riscoperta. Eccoci, ci siamo. Superata la suspense di rito, the winner is… si, è Moira! Gioisco con tutto il mio cuore. Moira lo merita. Ed anche se la sola stesura del testo era già considerata una vittoria, il primo posto diventa la ciliegina sulla torta. Bravo Zulu – è il termite tecnico che si usa in Marina per dire Ben Fatto.

Dopo di me, vengono premiate le autrici della sezione Ambiente. Di loro, mi colpiscono le parole della vincitrice Martina Masiero: “Ogni traguardo è un punto di partenza”. Dopo pochi giorni, la seconda classificata Mariagrazia De Castro mi chiede un’intervista per il suo blog ed avvio i contatti con Falco Editore per la pubblicazione. Il mio “Viaggio in cucina” prosegue e prima di tornare ognuno al suo luogo di provenienza, con tutti i partecipanti ci ritroviamo a chiacchierare emozionati e con simpatia davanti a un’ottima panzanella toscana e altre specialità locali preparate da gente cordiale e volenterosa, che è lì per amicizia agli organizzatori del Premio e per amore ai luoghi in cui vivono. Sarà un caso, ma sono proprio i temi  del mio racconto.

Panzanella toscana

Ingredienti: pane raffermo, pomodori, cetrioli, cipolla, basilico, olio, sale, aceto.

Preparazione:  Inumidire il pane raffermo e sbriciolarlo. Condire con pomodori, cetrioli, cipolla, sale e olio. Riporre in frigo. Prima di servire, aggiungere basilico e aceto.

  1. A tavola terminano le mie riflessioni. Incredibile, ma un piatto di panzanella toscana ha avuto la capacità di riportarmi indietro nel tempo e nei ricordi. Mi sembra di stare ancora con loro, i miei nonni materni Vivaldo e Livia. La panzanella era uno dei loro piatti poveri, diremmo oggi, con un tono forse inappropriato. Quel piatto, per i miei nonni rappresentava un periodo di ristrettezze economiche e di una vita semplice trascorsa nei campi a lavorare con le piantagioni e con gli animali. Quel piatto non si preferiva ad una pietanza di carne o una pasta al sugo, quel piatto era espressione di necessità, ma anche simbolo di una vita semplice in cui la povertà non faceva paura. Espressione ultima di valori e tradizioni ben rappresentati dai tanti partecipanti del premio letterario di Lorena. Se fossi stato nella giuria avrei indistintamente premiato tutti i concorrenti per averci consegnato piccoli e grandi tasselli di Memoria conservati in ogni famiglia e che con il trascorrere del tempo rischiano d’esser dimenticati per sempre.